I principali incentivi alle imprese nella Legge di conversione al Decreto crescita

La L. 58/2019 di conversione, con modificazioni, del D.L. 34/2019 (cd. “Decreto crescita”), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 151 del 29.06.2019, è attualmente in vigore e ha introdotto un insieme organico di misure agevolative finalizzate a sostenere la crescita economica delle imprese italiane e a contrastare il trend negativo degli investimenti.

Numerose sono state le modifiche apportate in sede di conversione del Decreto Legge.

Il testo del Decreto crescita coordinato con la Legge di conversione 58/2019 resta strutturato nei seguenti 4 capi contenenti un pacchetto di misure urgenti per le imprese italiane:

  1. misure fiscali per la crescita economica
  2. misure per il rilancio degli investimenti privati
  3. tutela del made in Italy
  4. ulteriori misure per la crescita.

Nell’ambito del capo I “misure fiscali per la crescita economica” il testo attualmente in vigore contiene, fra le altre, le seguenti importanti misure fiscali:

  • reintroduzione del superammortamento con un nuovo tetto massimo complessivo di euro 2.500.000, per investimenti effettuati dal 01.04.2019 al 31.12.2019 o entro il 30.06.2020 alle due condizioni, da verificarsi al 31.12.2019, di accettazione dell’ordine dal fornitore e pagamento di un acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione;
  • revisione della mini-Ires, introdotta dalla 145/2018 (c.d. Legge di Bilancio 2019), con una progressiva riduzione dell’aliquota Ires applicabile agli utili d’impresa reinvestiti, ovvero accantonati a riserve diverse da quelle di utili non disponibili, nei limiti dell’incremento di patrimonio netto (riduzione del 1,5% nel 2019, 2,5% nel 2020, 3 % nel 2021, 3,5% nel 2022 e 4% a regime dal 2023);
  • aumento progressivo fino a deduzione integrale dalle imposte sui redditi dell’Imu sugli immobili strumentali (deduzione del 50% nel 2019, 60% nel 2020 e 2021, 70% nel 2022 e deducibilità integrale a regime dal 2023);
  • incentivi, sino al 31.12.2021, per la valorizzazione edilizia tramite applicazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa a euro 200 cadauna sul trasferimento di interi fabbricati, comprese le operazioni esenti Iva ai sensi dell’articolo 10 D.P.R. 633/72, a favore di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, purché destinati ad essere demoliti e ricostruiti nei successivi 10 anni, anche con variazione volumetrica se consentita dalle Leggi urbanistiche, oppure destinati agli interventi edilizi previsti dall’articolo 3, comma 1, lett. b), c) e d)del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al D.P.R. 380/2001, conformemente alla normativa antisismica e col conseguimento della classe energetica NZEB, A o B e con successiva alienazione degli stessi, anche se suddivisi in più unità immobiliari qualora l’alienazione riguardi almeno il 75% del volume del nuovo fabbricato;
  • esenzione dalla Tasi dal 01.01.2022 per gli immobili costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, finché permanga la destinazione e non siano locati;
  • estensione degli interventi agevolativi al settore edile (accesso alla sezione speciale del Fondo garanzia per Pmi) introdotti dall’articolo 1 D.L. 135/2018, convertito, con modificazioni, dalla 12/2019;
  • potenziamento del “sisma bonus” con estensione anche alle zone classificate a rischio sismico 2 e 3 oltre che 1;
  • modifiche alla disciplina degli incentivi per interventi di efficienza energetica e rischio sismico con introduzione della facoltà di optare per uno sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore, in luogo all’utilizzo diretto della detrazione; lo sconto sarà rimborsato al fornitore tramite riconoscimento di un credito d’imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione in 5 quote annuali costanti; in alternativa all’utilizzo in compensazione è ammessa al fornitore la facoltà di cessione del credito ai propri fornitori di beni o servizi, esclusa la possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi ed esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari.

Nell’ambito del capo II “misure per il rilancio degli investimenti privati” si segnalano, tra gli altri, i principali incentivi:

  • semplificazioni operative e potenziamento alla misura nota come “Nuova Sabatini”, tramite estensione del valore massimo del finanziamento concedibile a ciascuna impresa beneficiaria a 4.000.000 di euro, introduzione di un’autocertificazione dell’impresa sugli investimenti realizzati, erogazione del finanziamento in unica soluzione per importi non superiori a 100.000 euro e ampliamento della platea dei soggetti abilitati a rilasciare i finanziamenti agevolati anche agli altri intermediari finanziari iscritti al relativo albo di cui all’articolo 106, D.Lgs. 385/1993 (Tub), che statutariamente operano nei confronti delle Pmi;
  • misura di sostegno alla capitalizzazione che ricalca il collaudato schema della “Nuova Sabatini”, in forma rafforzata, alle Pmi costituite in forma societaria impegnate in processi di capitalizzazione, che intendano realizzare un programma di investimento, previo impegno dei soci a sottoscrivere un aumento di capitale sociale dell’impresa, da versare in più quote in corrispondenza delle scadenze del piano di ammortamento del finanziamento (interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento a un tasso annuo del 5% per le micro e piccole imprese e 3,575% per le medie imprese);
  • agevolazioni a sostegno di progetti di R&S per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare finalizzati ad un uso più efficiente e sostenibile delle risorse tramite due distinte modalità: finanziamento agevolato per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50% oppure contributo diretto alla spesa fino al 20% delle spese e dei costi ammissibili, senza limite massimo di soggetti co-proponenti previa indicazione del soggetto capofila.

I progetti di R&S agevolabili devono essere finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economiche, tramite sviluppo di tecnologie abilitanti Key Enabling Technologies (c.d. KETs), tra le quali le tecnologie relative a sistemi di selezione del materiale multi-leggero, al fine di aumentarne le quote di recupero e di riciclo;

  • credito d’imposta in materia di rifiuti e di imballaggi, consistente in un credito d’imposta riconosciuto all’impresa venditrice della merce che riutilizza gli imballaggi usati ovvero che effettua la raccolta differenziata degli stessi ai fini del successivo avvio al riciclo; il credito spetta per un importo pari al doppio dell’importo degli abbuoni riconosciuti all’impresa acquirente, all’atto della resa dell’imballaggio stesso da effettuare non oltre un mese dall’acquisto, a valere sul prezzo dei successivi acquisti e in misura pari al 25% del prezzo dell’imballaggio contenente la merce stessa esposto in fattura. Il credito d’imposta è riconosciuto fino all’importo massimo annuale di euro 10.000 per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l’anno 2020;
  • nuovo credito d’imposta sui prodotti da riciclo e riuso, consistente in un contributo pari al 25% del costo di acquisto di semilavorati e prodotti finiti derivanti, per almeno il 75% della loro composizione, dal riciclaggio di rifiuti o di rottami e compost di qualità derivante dal trattamento della frazione organica differenziata dei rifiuti. Il credito d’imposta è riconosciuto fino all’importo massimo annuale di euro 10.000 per ciascun beneficiario, per i soli beni effettivamente impiegati nell’esercizio dell’attività economica o professionale, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l’anno 2020.

L’agevolazione spetta anche ai soggetti acquirenti dei medesimi beni non destinati all’esercizio dell’attività economica o professionale, fino a un importo massimo annuale di euro 5.000 per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l’anno 2020, come contributo anticipato  dal venditore dei beni tramite sconto sul prezzo di vendita e a lui rimborsato sotto forma di credito d’imposta;

  • agevolazione “digital transformation” per favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle Pmi secondo il paradigma 4.0, che riconosce un incentivo in misura massima pari al 50% delle spese ammissibili sostenute. Oltre al sostegno alla realizzazione di progetti di trasformazione tecnologica e digitale diretti all’implementazione delle tecnologie abilitanti 4.0, l’incentivo spetta con riferimento alle soluzioni tecnologiche digitali di filiera finalizzate all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori, software, piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio, altre tecnologie quali sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati; tra i potenziali beneficiari, in via sperimentale per gli anni 2019 e 2020, rientrano le imprese del settore turistico impegnate nella digitalizzazione della fruizione dei beni culturali, anche al fine di una maggiore accessibilità per i soggetti disabili;
  • agevolazioni per la promozione dell’economia locale mediante la riapertura, dopo almeno sei mesi dalla chiusura, e l’ampliamento di specifiche attività commerciali, artigianali e di servizi nei territori di comuni con popolazione fino a 20.000 abitanti. Trattasi di contributi riconosciuti per l’anno nel quale avviene l’apertura o l’ampliamento degli esercizi e per i tre anni successivi in misura rapportata alla somma dei tributi comunali dovuti dall’esercente e regolarmente pagati nell’anno precedente a quello nel quale è presentata la richiesta di concessione, fino al 100% dell’importo.

Nell’ambito del capo III “tutela del made in Italy” sono inserite, tra le altre, misure di tutela dei marchi storici italiani e di tutela al fenomeno dell’italian soundingimitazione di un prodotto o di una denominazione o di un marchio tramite evocazione di una presunta origine italiana:

  • introduzione di una nuova agevolazione ai consorzi nazionali e alle organizzazioni collettive delle imprese che operano nei mercati esteri al fine di assicurare la tutela del made in Italycompresi i prodotti agroalimentari, in misura pari al 50% delle spese sostenute per la tutela legale dei prodotti vittime di italian sounding e per la realizzazione di campagne informative e di comunicazione finalizzate a consentire l’immediata identificazione del prodotto italiano rispetto ad altri prodotti, entro un importo massimo annuale di per beneficiario di euro 30.000;
  • introduzione del voucher 3I “Investire in innovazione” a favore delle start up innovative, di cui al L. 179/2012, convertito con modificazioni dalla L. 221/2012, a sostegno dei processi di innovazione nel triennio 2019/2021; il voucher finanzia le spese di brevettazione di un’invenzione (consulenza per ricerca sulla brevettabilità e ricerche di anteriorità, stesura domanda di brevetto, deposito presso l’ufficio italiano marchi e brevetti, estensione all’estero della domanda nazionale).

Infine all’interno del capo IV “ulteriori misure per la crescita”, destinato ad incentivi volti a sostenere la crescita dell’economia, rientra il:

  • credito d’imposta riconosciuto per il 2019 per la partecipazione di Pmi a fiere internazionali con la finalità di incentivarne la partecipazione e migliorarne il livello e la qualità di internazionalizzazione. Trattasi di un credito d’imposta del 30% riconosciuto nell’attuale periodo d’imposta ed entro l’importo massimo di 60.000 euro sulle spese per manifestazioni fieristiche internazionali di settore che si svolgono in Italia o all’estero di affitto degli spazi espositivi, allestimento degli spazi espositivi, pubblicità, promozione e comunicazione connesse alla partecipazione alla fiera.

Gli aspetti operativi di gran parte dei nuovi incentivi introdotti sono demandati a successivi Decreti del Ministero competente (Mise, Mef o entrambi).